lunedì 22 ottobre 2012

Toccato il fondo

In tanti anni di carriera credevo davvero di averle viste tutte nel mondo del calcio, sia di cose belle che di quelle brutte.
Ma su quest'ultimo fronte quanto accaduto sabato a Livorno ha davvero dell'incredibile.
L'offesa becera, volgare e idiota alla memoria del povero Piermario Morosini da parte di un gruppo di tifosi del Verona è la dimostrazione che nel calcio italiano anche quando si pensi si stia toccando il fondo, c'è sempre qualche mascalzone che scava ancora più in profondità.
Identificare questi delinquenti e punirli severamente è il minimo che devono pretendere gli stessi cittadini della splendida  Verona con in testa il sindaco Tosi, che ha già preso le distanze dicendo che il Comune si costituirà parte civile contro i colpevoli. La stessa società scaligera si è subito scusata ma credo sia chiamata a prendere severi provvedimenti nei confronti del suo allenatore Andrea Mandorlini.
I mascalzoni che hanno insultato Morosini non, meritano attenuanti e quindi non sarebbe giusto attribuire all'insensata intervista della vigilia dell'allenatore gialloblu ( "i tifosi del Livorno mi sono antipatici") né al dito medio alzato nei confronti della tribuna al momento del gol, un valore decisivo nel provocare un gesto che resta ripugnante.
 
Tuttavia gli addetti ai lavori dovrebbero avere responsabilità e maturità che già in passato Mandorlini ha dimostrato di non possedere.
Una squalifica esemplare  dagli organi disciplinari è il minimo che si deve pretendere in tempi rapidi, ma spero che lo stesso Verona faccia capire al suo allenatore qual è il modo corretto di comportarsi.


In maniera esemplare, in questo senso, si sono comportati i protagonisti in campo di Juventus - Napoli partita tesissima ma assai corretta.
Qui il peggio però si è vissuto prima con l'incredibile servizio mandato in onda dal TGR Piemonte che raccoglieva i peggiori istinti razzisti della tifoseria bianconera nei confronti dei napoletani. 

Gli slogan sentiti poi sugli spalti ("Vesuvio lavali col fuoco": a proposito ma il giudice sportivo Tosel come fa a non considerarli insulti razzisti e a far scattare le punizioni, che ci devono essere anche per i danni allo stadio causati dai tifosi napoletani?) sono stati l'incipit del pezzo, conditi da un infelicissima battuta dell'autore, il collega Giampiero Amandola che successivamente si è scusato come ha fatto anche il Cdr del TGR Piemonte.
La giustificazione era che si voleva far un pezzo ironico mal riuscito per la fretta con cui si è dovuto effettuare il montaggio.

Tutti in questo mestiere possono sbagliare ma una considerazione credo sia giusto farla: in questi giorni si sono celebrati i 30 anni dalla scomparsa del grande Beppe Viola uno che l' ironia in TV davvero sapeva usarla, e che di fronte a servizi come quello di sabato si starà rivoltando nella tomba.
 

sabato 20 ottobre 2012

Juve-Napoli: faccia a faccia

Dopo un'interminabile vigilia durata 15 giorni è arrivato finalmente il momento del faccia a faccia tra Juventus e Napoli.
Giornali, radio e televisioni hanno setacciato tutto il possibile per presentare la sfida tra bianconeri e azzurri.
Ricorsi storici, rivalità, veleni originati dalle partite precedenti, ultima quella polemicissima di Pechino, duelli più o meno decisivi in campo e in panchina. 
Si è insomma parlato di tutto.
 
 
Forse l'argomento meno esplorato riguarda le due società.
Mai come in questo caso credo che la supremazia in campo mostrata chiaramente almeno finora da Juventus e Napoli sia il logico corollario del buon operato dei due club. Pur adottando strategie diverse sia Andrea Agnelli che Aurelio De Laurentiis hanno dimostrato di saper interpetrare al meglio il calcio di questi anni.
 
La Juve ha valorizzato al massimo il vantaggio costituito dal nuovo stadio, realizzazione che con grande lungimiranza la società bianconera ha saputo costruire e difendere mentre da tante altre parti siamo ancora alla fase dei progetti su carta in attesa che la politica dia il via libera ad una legge che sembra sempre più lontana.
 
Sotto il Vesuvio invece sono stati capaci di realizzare addirittura un doppio miracolo: portare in sette anni la squadra dalla serie C alla Champions league passando però attraverso una gestione societaria che ha sempre rispettato le linee di un bilancio in attivo, tanto che un club finito in un passato recente con i libri presso il tribunale fallimentare, oggi è tra le poche società europee in regola con i canoni del fair play finanziario. 
Una gestione oculata dunque, si è tradotta in ottimi risultati sul campo, realizzando una quadratura del cerchio che nel calcio è sempre difficile.
 
 
Venendo all'aspetto tecnico della sfida,la Juventus resta favorita anche se le distanze tra le due squadre sembrano molto  ridotte rispetto alla passata stagione.
 
La squadra di Mazzarri infatti ha forse perso in imprevedibilità con la cessione di Lavezzi ma ne ha guadagnato in ordine e solidità con il nuovo modulo di gioco che sta esaltando le caratteristiche di Cavani, Pandev e Hamsik.
Proprio il prevedibile duello tra lo slovacco e Pirlo potrebbe essere una delle chiavi di volta del match, anche se ritengo che il vento della gara spirerà a favore di chi riuscirà ad essere più squadra e più a lungo nel corso dei 90 minuti.
 
La Juventus è andata in difficoltà quest'anno in due occasioni a Firenze e a Genova quando gli avversari gli hanno sottratto il pallino del gioco.
I viola ci sono riusciti per tutta la gara i rossoblu solo per 45 minuti pagando pegno nella ripresa.
Mazzarri e i suoi credo guarderanno molto a quelle due gare per trarre ispirazioni contro un avversario che da oltre un anno ha perso solo contro gli azzurri in Coppa Italia e in campionato non conosce sconfitta da 46 gare. 
 
Chiudo con un in bocca al lupo all'arbitro Damato uno dei migliori tra i fischietti più giovani, chiamato a dirigere il big match. Scelta di un outsider rispetto ai favoriti Rocchi e Orsato ma che potrebbe premiare il designatore Braschi, vista la personalità più volte mostrata in passato dall'arbitro di Barletta di cui bisogna augurarsi di non dover parlare molto dopo una gara che speriamo sia davvero una bella vetrina del calcio italiano nel mondo.
 
 
 
  

venerdì 5 ottobre 2012

E' difficile far bene in campionato e in Europa

Juventus e Napoli, le due squadre che stanno dominando il campionato italiano e che avevano cominciato meglio il cammino europeo sono quelle che hanno maggiormente deluso nella seconda giornata dei gironi di Champions ed Europa league. 
A fronte delle belle e in qualche caso storiche vittorie esterne colte da Milan, Udinese e Inter, e all'utile successo casalingo della Lazio sul Maribor, hanno infatti fatto riscontro le deludenti prove di bianconeri e azzurri. 

I primi si sono miracolosamente salvati da una meritata sconfitta contro lo Shaktar di Lucescu, i secondi sono stati travolti dal Psv che ha evidenziato la fragilità a livello internazionale di molte delle seconde linee schierate da Mazzarri. 

Al di là del momento contingente credo che una considerazione generale venga suggerrita da questo trend: si conferma la difficoltà per le squadre italiane di far bene sia in campionato che nelle Coppe europee.
Da quando, ormai vent'anni fa, è stata inventata la Champions league e successivamente si è inventata la formula dell'Europa league, questa tendenza ha trovato pochissime eccezioni.
Solo il Milan di Capello, la Juve di Lippi e l'Inter di Mourinho sono riuscite ad arrivare in fondo in entrambe le competizioni. 
Non a caso parliamo di squadre eccezionali favorite da annate in cui per le più varie ragioni il dominio nel campionato nazionale era assai consolidato.
La regola però è che chi partecipa alla serie A, campionato che da anni non è il più bello ma resta il più difficile del mondo, in Europa rischia di fare poca strada.
Negli ultimi anni, all'impoverimento tecnico determinato dalla scarsa concorrenzialità economica dei nostri club che ha portato all'addio di campioni come Sanchez, Pastore, Ibrahimovic, Thiago Silva, Lavezzi, l'altro aspetto che ha ridotto le potenzialità delle nostre squadre è stata la scelta di snobbare l'Europa league rispetto al campionato.

Più volte è stato sottolineato come schierando le seconde linee sul palcoscenico continentale si sia contribuito a far scendere l'Italia nel ranking europeo arrivando a perdere una squadra tra le partecipanti alla Champions.
Credo però che accanto a questa giusta considerazione ne vada sviluppata un'altra.
Così come è organizzata l'Europa league è una competizione sbagliata, difficile a sostenere per chi abbia anche ambizioni di vertice in un torneo difficile come la serie A italiana.
La scelta di far giocare la seconda competizione continentale di giovedì crea infatti una innegabile disparità di trattamento con le squadre che militano in Champions che giocano il mercoledì o addirittura il martedì.
Alla vigilia della gara di Baku non era mancata qualche perplessità critica di fronte ala scelta di Stramaccioni di privilegiare una squadra giovane lasciando a casa Cassano e Milito. Alla fine la vittoria neroazzurra è arrivata lo stesso, ma credo sia legittima la decisione di un allenatore di non offrire ulteriori vantaggi ad un avversario, ad esempio domenica il Milan di Allegri che ha giocato 24 ore prima che sarebbero potute addirittura essere 48 se i rossoneri avessero giocato di martedì. 

Chiedere una maggiore armonizzazione dei calendari dovrebbe essere uno dei primi punti da portare avanti in sede Uefa
I soloni del calcio europeo, alle prese con la bulimia da diritti tv, preferiscono però ignorare i problemi puntando ad avere la botte piena e la moglie ubriaca.
Una volta, quando la Europa league si chiamava Coppa Uefa ed era una competizione a cui tutti tenevano moltissimo, le partite si giocavano di mercoledì come quelle della Coppa dei campioni.
Ora si vuole garantire l'esclusività e la protezione televisiva dei match di Champions, finendo però inevitabilmente per penalizzare il secondo torneo continentale che comincia ad avere un certo appeal per i club di prima fascia, solo in Primavera quando si arriva ai quarti di finale e diventa più accessibile un trofeo che vale comunque sempre meno del campionato.

 

lunedì 1 ottobre 2012

Auguri Mazzarri, leader del Napoli capoclassifica

Ha festeggiato il suo 51mo compleanno a Castelvolturno catechizzando il suo gruppo prima di allenarlo in vista della seconda partita di Europa League. Walter Mazzarri è così, un martello instancabile che non molla di un millimetro anche se la sua squadra guida la classifica alla pari con la Juve, vantando la miglior difesa del campionato, e sia stata l'unica formazione italiana a vincere finora sul palcoscenico continentale.
Walter il perfezionista però non si adagia un attimo, analizza minuziosamente con i giocatori le poche cose che non gli son piaciute nell'importantissima vittoria di Marassi e comincia a pensare a quanto dovrà essere ampio il turn over in Olanda contro il PSV Eindhoven.

A molti Mazzarri non è simpatico.