In tanti anni di carriera credevo davvero di averle viste tutte nel mondo del calcio, sia di cose belle che di quelle brutte.
Ma su quest'ultimo fronte quanto accaduto sabato a Livorno ha davvero dell'incredibile.
L'offesa becera, volgare e idiota alla memoria del povero Piermario Morosini da parte di un gruppo di tifosi del Verona è la dimostrazione che nel calcio italiano anche quando si pensi si stia toccando il fondo, c'è sempre qualche mascalzone che scava ancora più in profondità.
Identificare questi delinquenti e punirli severamente è il minimo che devono pretendere gli stessi cittadini della splendida Verona con in testa il sindaco Tosi, che ha già preso le distanze dicendo che il Comune si costituirà parte civile contro i colpevoli. La stessa società scaligera si è subito scusata ma credo sia chiamata a prendere severi provvedimenti nei confronti del suo allenatore Andrea Mandorlini.
I mascalzoni che hanno insultato Morosini non, meritano attenuanti e quindi non sarebbe giusto attribuire all'insensata intervista della vigilia dell'allenatore gialloblu ( "i tifosi del Livorno mi sono antipatici") né al dito medio alzato nei confronti della tribuna al momento del gol, un valore decisivo nel provocare un gesto che resta ripugnante.
Tuttavia gli addetti ai lavori dovrebbero avere responsabilità e maturità che già in passato Mandorlini ha dimostrato di non possedere.
Una squalifica esemplare dagli organi disciplinari è il minimo che si deve pretendere in tempi rapidi, ma spero che lo stesso Verona faccia capire al suo allenatore qual è il modo corretto di comportarsi.
In maniera esemplare, in questo senso, si sono comportati i protagonisti in campo di Juventus - Napoli partita tesissima ma assai corretta.
Qui il peggio però si è vissuto prima con l'incredibile servizio mandato in onda dal TGR Piemonte che raccoglieva i peggiori istinti razzisti della tifoseria bianconera nei confronti dei napoletani.
Gli slogan sentiti poi sugli spalti ("Vesuvio lavali col fuoco": a proposito ma il giudice sportivo Tosel come fa a non considerarli insulti razzisti e a far scattare le punizioni, che ci devono essere anche per i danni allo stadio causati dai tifosi napoletani?) sono stati l'incipit del pezzo, conditi da un infelicissima battuta dell'autore, il collega Giampiero Amandola che successivamente si è scusato come ha fatto anche il Cdr del TGR Piemonte.
La giustificazione era che si voleva far un pezzo ironico mal riuscito per la fretta con cui si è dovuto effettuare il montaggio.
Tutti in questo mestiere possono sbagliare ma una considerazione credo sia giusto farla: in questi giorni si sono celebrati i 30 anni dalla scomparsa del grande Beppe Viola uno che l' ironia in TV davvero sapeva usarla, e che di fronte a servizi come quello di sabato si starà rivoltando nella tomba.